CASO REPETTO – LA SORELLA ACCOGLIE CON AMAREZZA LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

“Ancora una volta, – scrive Rita Repetto – l’Italia dimostra di non voler riconoscere le dinamiche della manipolazione mentale, arrivando addirittura a ribaltare il senso delle perizie tecniche per assolvere chi ha abusato della sua vulnerabilità. I periti del Tribunale hanno chiaramente evidenziato che mia sorella è stata vittima di tecniche subdole di manipolazione psicologica. Eppure, i magistrati hanno scelto di ignorarle, dando ragione alla Corte d’Appello, che ha deciso di rivederle per giustificare una narrativa inaccettabile: la colpa è della vittima. Il messaggio è chiaro: chi è fragile, chi cade nelle mani di manipolatori senza scrupoli, ‘se l’è cercata’”.

“Questa sentenza – conclude – è l’ennesima conferma di un sistema giudiziario che, anziché proteggere le vittime, le abbandona e le colpevolizza. È una vergogna che non possiamo accettare. Non smetterò di denunciare questa ingiustizia, affinché nessun’altra persona venga lasciata sola davanti a chi sfrutta la vulnerabilità altrui per i propri scopi. L’Italia deve svegliarsi e riconoscere che la manipolazione mentale è una realtà devastante. Finché la giustizia continuerà a chiudere gli occhi, continueremo a vedere vittime abbandonate e carnefici impuniti”.



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