MANGIATA LA FOGLIA, CERCANO DI CORRERE AI RIPARI CON UN IMPROVVISO CAMBIO DI PASSO
Religioni e vita quotidiana, una questione onnipresente di cui abbiamo il dovere di parlare, se non per voglia almeno per comprensione. Che si viva a Catanzaro o Kabul la nostra esistenza è regolata, anche, dai precetti religiosi che ci sono stati insegnati o che le persone intorno a noi si premurano di seguire. La mela, la pesca, la barba, siamo in un mondo che rotola verso l’autodistruzione eppure non rinunciamo ai simbolismi di facciata per rimarcare una fede.
Fede e spiritualità, concetti personali che in un’epoca dannatamente social e brandizzata diventano un filtro instagram.
Ma è questo il senso di appartenenza ad una religione?
Possiamo relegare un sentimento profondo ed intimo all’esternazione fisica e materiale di un prodotto?
In queste pagine si parla del rapporto negativo e dannoso che hanno gli ambienti settari verso la società. Le persone vengono private di una parte della propria esistenza in nome di un’idea trasformata in religione.
Le religioni fondamentali e più seguite sulla terra rimangono Cristianesimo, Islam ed Induismo. Con il lessico dei nostri anni diremmo che “sono quelle con più followers”.
Ogni religione ha caratteristiche peculiari e luoghi di provenienza specifici, spesso si è sviluppata intorno alle tradizioni e agli stili di vita di un posto particolare. Difficilmente avremmo avuto una espansione naturale di Induismo o Islam in Europa dove per abitudine siamo abituati a mangiare carne di maiale o bovini, allo stesso modo il cristianesimo ha fatto molta più fatica a mettere radici in zone della terra dove il rapporto tra vita e spiritualità è più sanguigno e sentito rispetto all’Europa che dal punto di vista religioso si è emancipata parecchio.
Quali religioni o movimenti religiosi riescono ad imporsi globalmente superando le naturali barriere della tradizione o degli usi e costumi locali?
I testimoni di Geova che non sono una religione ma pretendono di avere la verità in tasca sono tra quei movimenti religiosi che con la tecnica dei fast food cercano di attecchire e mettere radici in ogni paese in cui sbarcano.
Come abbiamo scritto, le religioni si basano su un profondo e stretto rapporto con il territorio in cui si sono sviluppate nei secoli.
Per definizione le religioni “non cambiano”.
Non abbiamo notizia di grandi stravolgimenti dottrinali adattati ai tempi in cui viviamo.
Gli induisti continuano a non mangiare le vacche ritenute sacre, i musulmani rispettano il Ramadan e i cristiani, seppur divisi in 3 tronconi principali mantengono gli stessi usi e costumi da secoli.
Questo indica una coerenza narrativa all’interno della religione stessa. Una religione segue un percorso, che una persona può scegliere se apprezzare o meno, indipendentemente dai mormorii o dall’approvazione degli adepti. Una religione non si adatta ai tempi per non perdere followers o clientela.
C’è da dire che le grandi religioni tradizionali hanno numeri talmente elevati da non doversi preoccupare, con miliardi di credenti difficilmente andranno mai in rovina. Le religioni si basano su radici molto profonde, su usi e costumi costruiti in
decine di secoli. Possono modernizzarsi nel modo di esprimere i contenuti, possono limare qualche spigolo ma cambiare radicalmente mai.
I Testimoni di Geova seguono questo trend o cercano di adattare il proprio percorso narrativo al momento?
Ultimamente i tdG hanno cercato una specie di restyling estetico per coprire o fermare la fuga di adepti. I tdG non hanno Credenti, hanno adepti numerati tra le proprie fila. Queste persone schedate come dipendenti di una multinazionale iniziano a sentirsi intrappolate in una religione che non è una vera religione ma che pretende di controllare ogni singolo aspetto della vita.
Il percorso narrativo dei tdG non è coerente in quanto non lascia i “credenti” liberi di credere o non credere, trova sempre scappatoie teocratiche e nuove spiegazioni ( intendimenti ) per modificare una dottrina o qualche argomento quando queste iniziano a vacillare.
Lo stesso metodo utilizzato dai fast food o dalle multinazionali quando un prodotto inizia a non esser più redditizio. Se un panino “non vende” la catena di fast food lo elimina dal menù o lo modifica. Toglie o aggiunge qualche ingrediente per vedere quanto possa essere apprezzato dalla clientela.
I tdG applicano questo metodo alla propria “religione” per sopperire ad un percorso narrativo che altre religioni hanno sviluppato in secoli.
Non puoi inventarti una religione in pochi minuti e condensare la storia umana in un centinaio d’anni sperando che tutti se la bevano. Qualcuno ci casca ma poi i nodi vengono al pettine. Non avendo radici i tdG si sono appigliati a questioni secondarie per tenere gli adepti in questa grossa paninoteca.
Portare o meno la barba, far si che le donne possano o non possano vestirsi come gli uomini diventano questioni epocali da far gridare al “miracolo” o ad un improvviso cambio di passo.
Chi ci casca?
La pietra angolare dei tdG la mettiamo in un centro commerciale tra il barbiere e un negozio di vestiti?
Il problema della dirigenza tdG è una storyline poco credibile che nel 2024 con più informazioni a disposizione può esser messa in discussione anche da un
bambino. Senza internet e con una diffusione di notizie meno incisiva i tdG potevano fare quello che volevano. Oggi le notizie corrono veloci. Alcuni paesi si stanno prendendo la briga di indagare su alcuni fatti controversi all’interno di questa organizzazione.
Mangiata la foglia i tdG cercano di correre ai ripari.
Se la giustizia indaga si iniziano a sviluppare dei piccoli accorgimenti a tutela del brand. Quando c’è da svoltare in fretta e furia per coprire qualche marachella o stupidaggine fatta nel corso del tempo si prende in prestito Geova che ha mandato una mail al Corpo Direttivo per far capire meglio quella determinata cosa.
I tdG la chiamano Luce Progressiva. Si chiama “pararsi il fondoschiena”.
Ovvio, per difendere il brand ci vogliono diversi accorgimenti. Se il mondo Esterno indaga sui tdG devi poter dar loro una maschera pulita su cui indagare. Sarebbe sciocco mostrare al mondo anni di schifezze e nefandezze commesse.
I tdG hanno dalla propria una certa propensione a mentire e camuffare, aiutati in questo da una superficialità compiacente dei governi che per anni ha permesso loro di fare affari più o meno alla luce del sole.
E il rapporto con quelli “dentro”?
I tdG sanno di avere una storia scricchiolante. Le persone sono ingenue ma non è detto lo restino a vita. Bisogna dar loro qualche contentino, come si fa con gli animali domestici. Dire tutto d’un botto che il credo dei tdG è una castroneria a cui milioni di persone credono è controproducente. L’autodistruzione non è ancora contemplata nei piani alti dei tdG. Per rendere le maglie un po più larghe si comincia con il look. Tanto non è che cambino le cose in modo drastico.
L’obiettivo della corpo direttivo è tenere sotto controllo le persone, creare in loro la necessità di appartenere a questo fantomatico Geova. Che le persone si sottomettano con o senza barba non è importante. Lo stesso dicasi per il vestiario delle donne in sala. È più importante mantenere l’obolo che un dress code vecchio come il cucù.
Pian piano alcuni aspetti secondari si adattano alla vita quotidiana lasciando la spina dorsale della fantomatica religione geovista al riparo da occhi indiscreti.
Qualcuno potrebbe obiettare: qualche riga indietro si accusano i tdG di non avere una linea narrativa ben radicata, ora si scrive che la spina dorsale della religione geovista vien tenuta al coperto da occhi indiscreti. Le due cose sembrano contraddirsi.
In verità, pur non essendoci alcuna verità entrambe le affermazioni sono vere.
I tdG non hanno una spina dorsale, non hanno radici, non hanno una storia. A testimonianza delle religioni tradizionali ci sono centinaia di anni di scritti e manoscritti, luoghi di culto, eventi storici, personaggi storici legati alla religione. I tdG hanno un venditore di scarpe in giro per il Midwest americano e lo hanno messo come punto cardinale di un cielo senza stelle.
Però la povera gente che ingenuamente crede nei tdG pensa davvero di avere una religione tra le mani e a furia di crederci si è convinta di avere la verità in tasca e qualcosa da difendere.
Continuare a mentire e camuffare, renderà la credibilità di questa organizzazione sempre più scricchiolante. Le persone sono ingenue ma non è detto lo restino a vita.
Redazione Quo Vadis aps
LA TUA DONAZIONE SOSTERRA’ LA GRANDE MISSIONE DI QUO VADIS a.p.s. QUELLA DI
TUTELARE LE PERSONE CIRCUITE E VESSATE DA SETTE E ORGANIZZAZIONI DEVIANTI
Iban: IT03M0707212901000000429543